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Quando mi dicono che i gatti sono poco sensibili, un po’ egoisti e schivi io penso sempre a te.
A te che ci cercavi sempre per farti le coccole, che ti piaceva nasconderti dentro il piumone e sotto le coperte per farti fare mille carezze. A te che ti potevo strapazzare e riempirti di baci e più ti impastavo più eri felice. A te che chiamavi la mamma per andare a nanna insieme dopo cena e guardare Netflix insieme.

Facevi sempre tantissime fusa e se per qualche giorno non ti vedevamo poi dovevamo coccolarti anche mentre mangiavi.

Eri vivace, rumorosa, e iper affettuosa. Non conosco nessun gatto che miagolasse tanto quanto te: se ti chiamavo mi rispondevi, se ti accarezzavo mi salutavi, quanti dialoghi avremmo fatto se avessi avuto la parola?

Non eri mai ferma, prima dovevi entrare in casa, dopo dovevi uscire, poi dovevi rientrare e così all’infinito. Mi hai fatto fare tantissime scale e forse è anche grazie a te se non sono diventata paffuta nonostante tutta la pasta che mangio.

Sei nata quando ero in prima media e siamo cresciute insieme. Finora metà della mia vita, la parte più consapevole, in cui sono cresciuta e ho iniziato a scoprire chi sono, l’ho condivisa con te e tu con me.

Quando piangevo tu venivi subito da me, miagolavi forte e ti arrampicavi sulla mia gamba finché non ti prendevo in braccio. Hai sempre saputo consolarmi e darmi tantissimo affetto e te ne sarò immensamente grata. Così in questi ultimi giorni di sofferenza ho cercato di darti tutto l’amore del mondo finché le poche forze rimaste non ti consentivano nemmeno di fare le fusa.

Avrei preferito averti qui accanto ancora per un po’, ma non volevamo che soffrissi ancora e sapevamo che il nonno su in cielo ti aspettava a braccia aperte e ora ti riempierà di coccole così come faceva quando ti vedeva qui.

Mi mancherai immensamente insieme al tuo corpicino morbido e al tuo profumo. Mi piaceva annusarti il pelo pulito, mi ricordava l’odore del pane.

Non pensavo di poter soffrire così tanto per un gattino, ma alla fine è come se fossi mia sorella. Hai riempito la nostra casa e i nostri cuori con la tua energia che ci rimarrà impressa per sempre.

Come farò ora senza di te?

Ti amo tanto Buldi, scusaci se non siamo riusciti ad aiutarti in questa malattia.

La tua Terry